In questo ultimo fine settimana di ottobre 2012 si sono svolte le elezioni regionali in Sicilia. Il risultato che ne esce fuori è un'altra rivoluzione politica rispetto ai classici risultati elettorali degli scorsi anni. Le caratteristiche di queste elezioni sono quattro:
1) Il centrodestra perde la Sicilia dopo anni di predominio indiscusso, penalizzato anche dalla divisione tra due candidati.
2) Vince Rosario Crocetta, candidato sostenuto dal PD in unione con l’UDC, e si tratta di una vittoria storica per il PD in quella regione.
3) Si è avuta una percentuale di astensionismo del 52,57%, a dimostrazione della disaffezione della popolazione verso la politica e verso la gestione dei partiti classici.
4) Il Movimento 5 Stelle riscuote un notevole consenso e come incremento risulta lui il vero vincitore politico in queste elezioni siciliane.
Ma i partiti classici si sono chiesti il perché di questo risultato? Il voto ai grillini, ed in questo caso a Giovanni Cancelleri, è un voto di protesta ma anche di proposte Una protesta contro una gestione politica che non piace più. L’Italia è ridotta in condizioni critiche, e la Sicilia è ridotta anche essa in condizioni critiche, e non solo per colpa di una gestione nazionale ma soprattutto per la gestione locale. La politica ha la funzione di gestire le risorse nazionali (nel caso del Parlamento) e regionali nel caso della Regione. Quando Grillo è approdato in Sicilia nei suoi discorsi ha sottolineato le caratteristiche e le risorse della Sicilia, e di quanto esse non siano state valorizzate dalle gestioni politiche precedenti. Che le perone si siano scociate di una realtà siciliana così organizzata? La Sicilia è dei siciliani. Sono loro che hanno votato in precedenza, e sono loro che hanno deciso di non votare in questa occasione o di votare facendo emergere il risultato che ne è conseguito.
In base alla suddivisione dei voti al neo Presidente di regione Rosario Crocetta mancano 7 seggi per avere la maggioranza, e quindi per disporre di una governabilità tranquilla.
Non sarà la volta che imparano a dialogare? Perché ci deve essere per forza una maggioranza e per forza una opposizione? Se ogni parte politica si confrontasse con rispetto e nel dialogo, pensando al bene del Paese (o della Regione) e soprattutto senza limitarsi agli interessi personali e di parte (ma qua si ritorna all’utopia, sia regionale che nazionale), non ci sarebbe bisogno né di una maggioranza che sfocia poi nella prepotenza e né di una opposizione che sfocia poi nell’ostruzionismo (la cui somma porta al fallimento del bipolarismo).
Rosario Crocetta ha già asserito di non essere disponibile ad inciuci, ponendo le basi per un modo operandi limpido. Questa mancanza di disponibilità non vuole dire che non possa essere disponibile al dialogo. Dell’’intervista post elettorale a Giovanni Cancelleri del M5S mi hanno colpito positivamente due suoi propositi. Il primo riguarda la volontà di non stipulare alcuna alleanza. La seconda di essere disponibile ad un dialogo costruttivo sperando di ricevere la stessa disponibilità per le proposte che il M5S farà.
La gestione politica regionale siciliana è una situazione che sarà interessante seguire prossimamente nel suo evolversi.
Angela Pensword 30/10/2012
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