Il 06/12/2012 è stata una giornata politica carica di scosse il cui assestamento ancora non è chiaro. Vi è la notizia che riguarda la revoca delle primarie del PDL indette per il 16/12/2012, vi è la notizia di poche ore precedenti del ritorno in campo di Berlusconi con evidenti ripercussioni interne ed estere, e vi è la nuova presa di posizione del PDL che toglie l’appoggio al governo Monti ed avvia una probabile crisi di Governo. Si tratta quindi di una giornata concitata politicamente le cui evoluzioni si vedranno nelle prossime ore e nei prossimo giorni.
Il 06/12/2012, dopo l’astensione del PDL nella votazione al Senato, il PDL si astiene anche alla camera, rendendo chiara la posizione di non volere continuare ad appoggiare il governo tecnico Monti. Il segretario Angelino Alfano, nella dichiarazione tenuta a fine giornata dopo il vertice del PDL svoltosi a Palazzo Grazioli, rende noto che dopo l’approvazione della Legge di stabilità prevista nei prossimi giorni il PDL potrebbe avviare un percorso di crisi del Governo. Ma anticipare solo di un paio di mesi le elezioni politiche, previste come scadenza naturale per aprile 2013, ha così senso? Il PDL ha per mesi appoggiato responsabilmente il governo tecnico internamente alla larga intesa dell’ABC (Alfano Bersani Casini). Per spiegare questo repentino cambio di rotta, che coincide con la decisione di Berlusconi di ridiscendere in campo e di riprendere in mano lo scettro di leader effettivo del PDL, si possono ipotizzare diverse motivazioni.
1) Il PDL si è reso conto che la situazione economica è grave e giudica l’operato del governo Monti inadeguato. Vede l’avvicinarsi del !baratro e si appresta a fare qualche cosa per impedirlo. Già, ma che cosa? Quali sono i programmi? Come intende abbassare le tasse? E da dove intende unitamente recuperare i soldi? Come vuole impostare in futuro l’equilibrio tra l’Italia e l’Europa? Come pensa di impostare il sociale? Queste sono le domande alle quali dovrebbe rispondere il PDL prima di presentarsi al voto, e che dovrebbe per primo conoscere in maniera chiara esso stesso. In effetti sono le domande alle quali dovrebbe rispondere qualunque partito si appresti a presentarsi alle prossime elezioni politiche. Ed ancora: perché il PDL non si è reso conto dl baratro della crisi che stava arrivando quando stava al governo, minimizzando la gravità del problema, senza renderci partecipi e senza prendere provvedimenti preventivi?
2) Forse si tratta solo di una campagna pubblicitaria del PDL in funzione delle prossime elezioni politiche, che cavalca l’attuale scontento economico e fiscale della popolazione.
3) Pare che la decisione del PDL di astenersi dal voto al Senato sull’approvazione del Decreto Sviluppo sia conseguente alla considerazione del giorno prima del Ministro Passera il quale vede negativamente da un punto di vista politico ed economico il ritorno in campo di Berlusconi. Mi rendo conto che sentirsi dire la verità dia fastidio, ma cambiare rotta per semplice ritorsione sarebbe assurdo. Astenersi o non approvare un decreto per motivi ideologici, perché non lo si condivide o perché lo si reputa sbagliato, ha un senso ed è legittimo. Astenersi o non approvare un decreto per ripicca non ha senso, e sarebbe espressione di una mentalità politica immatura. Non penso che il PDL si sia mosso per ripicca. È più probabile che si sia trattato di un colpo di reni, di un guizzo di vita (apparente) per dimostrare che si esiste in previsione delle prossime elezioni politiche.
Bisogna fare ulteriori considerazioni sulle prossime elezioni: ma i partiti si sono resi conto del perché l’Italia è arrivata così cagionevole alla crisi? Hanno cambiato alcune loro mentalità di strategia politica nella impostazione e nella gestione del Paese? Hanno modificato la mentalità politica nel relazionarsi tra loro che troppo spesso si è espressa nell’ostruzionismo distruttivo, nella non obiettività, nel non dialogo costruttivo, nella lotta di potere per interessi di parte e personali? Si ha la consapevolezza di fare parte, pur rispettando le diversità altrui e difendendo le proprie, di una unica squadra? La classe politica la smetterà di trovarsi d’accordo quando si tratta di tutelare e aumentare i propri privilegi? Si troverà d’accordo anche nel tutelare e migliorare i privilegi ed i diritti dei cittadini? Si ha l’intenzione di portare sul serio nuova e sana linfa politica? La classe politica e la politica italiana sono sul serio maturate?-
Il ritorno in campo di Berlusconi, in contrapposizione a Bersani, potrebbe farci ripiombare nei lati peggiori del bipolarismo. Ma dato che tutti i partiti classici non godono di share in questo momento, di gradimento da parte della popolazione, è probabile, ed è anche sperabile, che un nuovo movimento, un nuovo partito prenda il sopravvento sui partiti tradizionali facendo da cuscinetto tra loro, e chissà, magari anche governando bene.
Angela Pensword 07/12/2012
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