In questi ultimi giorni sono successe molte cose importanti. La più importante, a livello internazionale, è senza dubbio l’entrata della Palestina nell’ONU come osservatore. È un primo concreto passo nel percorso di pace.
È un primo passo anche per il riconoscimento a tutti gli effetti a livello internazionale dello Stato della Palestina. Per la Palestina è un importante e giusto successo. La votazione si è svolta il 29/11/2012 a New York in sede di Assemblea delle Nazioni Unite.
Italia Spagna e Francia sono favorevoli all’entrata della Palestina nell’ONU. Germania e Gran Bretagna si astengono dalla votazione. Israele e gli Stati Uniti d’America sono contrari. Gli USA minacciano la ritorsione tramite la chiusura dei sovvenzionamenti alle Organizzazioni come avvenuto quando la Palestina è stata ammessa nell’UNESCO. Poi gli USA si correggono evidenziando che pur non condividendo tale novità non boicotteranno la decisione ONU (fonte Tgcom24).
Per gli Stati che si esprimono favorevolmente a tale ammissione si tratta di un percorso giusto ed inevitabile, ed anche un modo per smorzare gli estremismi palestinesi che sfociano in atti terroristici.
ABU MAZEN nel proprio discorso parla dei diritti internazionali del popolo palestinese. Spera in risoluzioni ONU che salvaguardino la pace. Vede l’entrata della Palestina nell’ONU ed riconoscimento a livello internazionale dello Stato della Palestina come una ultima possibilità per una pacifica convivenza tra il popolo israeliano ed il popolo palestinese.
Gli attriti tra i due popoli, e le recriminazioni reciproche, sono note al mondo, e si trascinano da troppi anni sfociando in veloci raid ed attentati, costituendo una costante minaccia come detonatore nella polveriera mediorientale. Raggiungere una situazione reale di pace, e pretendere che essa venga mantenuta, è una situazione che produrrebbe un giovamento anche a livello internazionale.
Israele si dice delusa dal risultato e dalla votazione italiana. Ma il Presidente del Consiglio Mario Monti ha evidenziato come tale decisione non pregiudica i buoni e sereni rapporti esistenti tra i nostri due Stati.
Finalmente l’Italia si è svincolata da una mentalità estera bloccata nelle proprie consuetudini di pensiero. Bisogna dare atto a Mario Monti di avere dimostrato che l’Italia ha una spina dorsale ed una propria autonomia decisionale in campo estero, ed una propria personalità non troppo condizionabile, senza proseguire su di una strada che per molti poteva essere scontata.
I commenti della politica italiana al voto espresso dall’Italia in sede ONU evidenziano non tanto una contrarietà al risultato ottenuto, ma un disappunto per una mancata preventiva consultazione (con relativa impossibilità di condizionarne diversamente il risultato). Forse tale disappunto testimonia una non condivisione di come si è espresso il Governo tecnico in tale sede. Ma se il Parlamento non è capace di prendere nessuna decisione, e lo si vede anche quotidianamente (sono mesi che aspettiamo una nuova legge elettorale e le riforme strutturali), come può essere capace di prendere una decisione sensata a livello di politica estera? Certo, tale incapacità non è un motivo per non tenere conto del volere dei parlamentari. Ma il Governo Tecnico Monti, per sua esistenza e per propria funzione, non è interdetto dal prendere questo tipo di decisioni.
Gli USA vedono questa ammissione della Palestina come Stato osservatore in ONU come un ostacolo alla pace (tgcom24). Ma in realtà, contrariamente a tale visione pessimistica, tale riconoscimento ONU alla Palestina rappresenta un vero primo passo per un dialogo di pace. Un dialogo presuppone un doppio confronto, obiettivo e sensato. La pace tra due popoli va ricercata da entrambi per essere trovata. Questo vale per la Palestina ma vale anche per Israele. A livello internazionale si dovrà tenere conto anche delle motivazioni della Palestina, e non solo di quelle di Israele, ponendo il confronto su di un piano più paritario e con più possibilità di intesa.
A conclusione della votazione la Palestina viene ammessa come Stato “osservatore” in ONU con 138 voti favorevoli, 9 contrari, e 41 astenuti. Si tratta di una giornata di importanza storica.
Ora starà all’ONU gestire positivamente questa situazione difficile e questa possibilità di pace, con equità e giustizia.
Angela Pensword 30/11/2012
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