Mancano pochi giorni al voto. Il
quadro politico preelettorale può apparire un po’ confuso anche al miglior
critico d’arte. Il visitatore (elettore) vi si ferma d’avanti e lo osserva per
qualche minuto, forse con la mano sul mento come a cercare la soluzione. Vi
sono colori forti e sfumature, diversi soggetti, case grandi e case piccole,
poche linee in comune che talvolta uniscono case anche distanti tra loro. Non
si sa se collocare il dipinto in ambito post classico o se in ambito post
moderno. Forse è l’embrione di una nuova corrente pittorica. Una cosa è certa:
ha del surreale, ma è anche realista. Racchiude in se molta energia. Le varie
forze, i vari soggetti, le varie case, irrompono nel paesaggio con forza, in
maniera disomogenea, talvolta con arroganza e talvolta con equilibrio. A modo
loro, chi per un verso e chi per un altro, vorrebbero contribuire a formare un
mondo migliore. Chi vede solo una casa come centro del quadro vede solo alcuni
aspetti. Chi vede il quadro in una visione d'insieme riesce a scorgere le potenzialità di un discorso costruttivo. Il paesaggio anche se confuso risulta piacevole. Del resto nella normalità
esiste la confusione.
L’unica incognita è … come
sarà il quadro post elettorale? Le case sapranno rappresentare e gestire un paese
anche se fatto di poche case e diverse tra loro o verrà rappresentato un
terremoto? Solo dopo possiamo sapere se il dipinto è fatto da veri artisti, o
da imbrattatele.
Angela Pensword 17/02/2013
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