sabato 13 aprile 2013

NIENTE DI BUONO DAL FRONTE NORD-COREANO


Le notizie di questi ultimi giorni su di una mobilitazione nucleare nordcoreana non sono rassicuranti. Cosa spinge la Corea del Nord a rompere quell’equilibrio tra lei ed il resto del mondo? Spinte economiche? Spinte ideologiche? Strategia interna per distogliere eventuali malumori interni dalla loro focale? Paura? Spesso l’aggressività deriva da una sensazione di attacco che genera difesa, e può essere che la cultura diversa del resto del mondo venga vista dalla Corea del Nord come una minaccia. Forse stare troppo tempo isolati dal mondo fa perdere i contatti con la realtà e con la storia presente. O errore di valutazione delle proprie forze e di quelle altrui? Può darsi. Ma anche se ci fosse da parte della Corea del Nord un errore di valutazione sulla propria possibilità di forza offensiva e difensiva questo non evita di allertare le diplomazie e le forze armate delle diverse potenze mondiali. In realtà alla base dell’atteggiamento ostile nordcoreano ci sono le arrugginite tensioni con la Corea del Sud.
(BREVE STORIA). Un tempo la penisola coreana non era suddivisa in nord e sud. Al termine della seconda guerra mondiale quel territorio venne occupato nella parte sud dagli Stati Uniti, e nella parte nord dalla Unione sovietica. Per certi versi ha una storia simile alla Germania. Solo che il muro di Berlino è caduto nel 1989, la guerra fredda è finita da tempo, e la Corea del Nord sembra essere rimasta indietro nella storia. Ultimo baluardo della guerra fredda, continua a vedere gli USA come dei nemici, ed i sud coreani come fossero americani. Con il tempo le differenze istituzionali ed economiche tra le due Coree si sono acutizzate, tanto da essere ora agli antipodi. La Corea del Sud è tra le quattro potenze economiche asiatiche. La Corea del Nord è una dittatura totalitaria. Negli anni vi sono state guerre, periodi di armistizio, attacchi, e accordi puntualmente disattesi. Nel 2007 viene firmato tra le due Coree un accordo di cooperazione economica. Ma nel 2009 la Corea del Nord ritiene pericolose delle operazioni svolte dalla Corea del Sud in supporto ad una iniziativa guidata dagli USA, e pone fine al periodo di pace. L’affondamento di una corvetta sudcoreana, e l’interruzione del traffico commerciale con il nord come ritorsione sudcoreana a tale attacco, hanno segnato un aumento delle tensioni nel 2010, aumento che si è acutizzato in queste ultime settimane con le minacce della Corea del Nord di attaccare la Corea del Sud e gli USA con armi nucleari.
Insomma le due Coree sono come due gatti che si soffiano rizzando il pelo e facendo la gobba con la schiena. Mentre sarebbe bello se facessero le fusa.
Bisogna anche domandarsi quanto sia attuale un sistema politico come quello della Corea del Nord, e quanto sia globalmente sostenibile, soprattutto se è un sistema che porta i suoi problemi all’esterno. In questo periodo, basta ricordare la primavera araba, i dittatori non fanno un bella fine. Ma bisogna sempre sperare nella pace. E sono proprio le diplomazie mondiali delle grandi potenze che possono aiutare a riportare le tensioni coreane in una situazione di equilibrio. Gli Stati Uniti non vogliono una guerra, lo ha detto chiaramente Obama, e proseguiranno sulla strada della diplomazia, ma chiedono alla Corea del Nord di cessare le provocazioni, e certamente se verranno attaccati si difenderanno e difenderanno i loro alleati. Come si difenderà il Giappone se verranno attaccate le basi americane presenti sul suo territorio. La Cina, il grande partner economico della Corea del Nord, potrebbe far desistere la Corea del Nord dalle proprie intenzioni. Molte potenze sperano proprio in un intervento diplomatico cinese.
È difficile sapere cosa passa nella testa del Leader nordcoreano Kim Jong-un e della popolazione nordcoreana, perché la Corea del Nord è un ambiente molto chiuso che da tempo evita contatti e soprattutto inquinamenti esterni alla propria cultura.
L’atteggiamento della Corea del Nord potrebbe essere una strategia per riaprire i colloqui con la Corea del Sud e riportali su di un piano più congeniale alle esigenze nordcoreane. Se fosse così le possibilità di tornare ad un dialogo tra le due Coree sono maggiori. Se invece vi fosse la convinzione di proseguire le proprie ostilità nei confronti della Corea del sud, degli USA, e delle basi USA in Giappone, allora la diplomazia delle potenze mondiali avrebbe più difficoltà a dialogare con Kim Jong-un.
Come al solito l’unico ingrediente che può salvare il cibo amaro è il buon senso, con l’aggiunta della diplomazia. Ovviamente il buon senso deve essere reciproco, a meno che ciò che accomuna non sia la follia!
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Angela Pensword 12/04/2013 

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