Le notizie di questi ultimi
giorni su di una mobilitazione nucleare nordcoreana non sono rassicuranti. Cosa spinge la Corea del Nord a rompere
quell’equilibrio tra lei ed il resto del mondo? Spinte economiche? Spinte ideologiche?
Strategia interna per distogliere eventuali malumori interni dalla loro focale?
Paura? Spesso l’aggressività deriva da una sensazione di attacco che genera
difesa, e può essere che la cultura diversa del resto del mondo venga vista
dalla Corea del Nord come una minaccia. Forse stare troppo tempo isolati dal
mondo fa perdere i contatti con la realtà e con la storia presente. O errore di valutazione delle proprie forze
e di quelle altrui? Può darsi. Ma anche se ci fosse da parte della Corea
del Nord un errore di valutazione sulla propria possibilità di forza offensiva
e difensiva questo non evita di allertare le diplomazie e le forze armate delle
diverse potenze mondiali. In realtà alla base dell’atteggiamento ostile nordcoreano
ci sono le arrugginite tensioni con la Corea del Sud.
(BREVE STORIA). Un tempo la
penisola coreana non era suddivisa in nord e sud. Al termine della seconda guerra
mondiale quel territorio venne occupato nella parte sud dagli Stati Uniti, e nella
parte nord dalla Unione sovietica. Per certi versi ha una storia simile alla
Germania. Solo che il muro di Berlino è caduto nel 1989, la guerra fredda è finita
da tempo, e la Corea del Nord sembra essere rimasta indietro nella storia. Ultimo
baluardo della guerra fredda, continua a vedere gli USA come dei nemici, ed i
sud coreani come fossero americani. Con il tempo le differenze istituzionali ed
economiche tra le due Coree si sono acutizzate, tanto da essere ora agli
antipodi. La Corea del Sud è tra le quattro potenze economiche asiatiche. La
Corea del Nord è una dittatura totalitaria. Negli anni vi sono state guerre, periodi
di armistizio, attacchi, e accordi puntualmente disattesi. Nel 2007 viene
firmato tra le due Coree un accordo di cooperazione economica. Ma nel 2009 la
Corea del Nord ritiene pericolose delle operazioni svolte dalla Corea del Sud
in supporto ad una iniziativa guidata dagli USA, e pone fine al periodo di
pace. L’affondamento di una corvetta sudcoreana, e l’interruzione del traffico
commerciale con il nord come ritorsione sudcoreana a tale attacco, hanno
segnato un aumento delle tensioni nel 2010, aumento che si è acutizzato in queste
ultime settimane con le minacce della Corea del Nord di attaccare la Corea del
Sud e gli USA con armi nucleari.
Insomma le due Coree sono come
due gatti che si soffiano rizzando il pelo e facendo la gobba con la schiena.
Mentre sarebbe bello se facessero le fusa.
Bisogna anche domandarsi
quanto sia attuale un sistema politico come quello della Corea del Nord, e quanto
sia globalmente sostenibile, soprattutto se è un sistema che porta i
suoi problemi all’esterno. In questo periodo, basta ricordare la primavera
araba, i dittatori non fanno un bella fine. Ma bisogna sempre sperare nella
pace. E sono proprio le diplomazie mondiali delle grandi potenze che possono
aiutare a riportare le tensioni coreane in una situazione di equilibrio. Gli
Stati Uniti non vogliono una guerra, lo ha detto chiaramente Obama, e
proseguiranno sulla strada della diplomazia, ma chiedono alla Corea del Nord di
cessare le provocazioni, e certamente se verranno attaccati si difenderanno e
difenderanno i loro alleati. Come si difenderà il Giappone se verranno
attaccate le basi americane presenti sul suo territorio. La Cina, il grande
partner economico della Corea del Nord, potrebbe far desistere la Corea del
Nord dalle proprie intenzioni. Molte potenze sperano proprio in un intervento
diplomatico cinese.
È difficile sapere cosa passa
nella testa del Leader nordcoreano Kim Jong-un e della popolazione nordcoreana,
perché la Corea del Nord è un ambiente molto chiuso che
da tempo evita contatti e soprattutto inquinamenti esterni alla propria
cultura.
L’atteggiamento della Corea
del Nord potrebbe essere una strategia per riaprire i colloqui con la Corea del
Sud e riportali su di un piano più congeniale alle esigenze nordcoreane. Se
fosse così le possibilità di tornare ad un dialogo tra le due Coree sono
maggiori. Se invece vi fosse la convinzione di proseguire le proprie ostilità
nei confronti della Corea del sud, degli USA, e delle basi USA in Giappone,
allora la diplomazia delle potenze mondiali avrebbe più difficoltà a dialogare
con Kim Jong-un.
Come al solito l’unico
ingrediente che può salvare il cibo amaro è il buon senso, con l’aggiunta della
diplomazia. Ovviamente il buon senso deve essere reciproco, a meno che ciò che
accomuna non sia la follia!
Segnalo articolo di interesse
e di approfondimento:
Angela Pensword 12/04/2013
Nessun commento:
Posta un commento