New York 28 settembre 2013. Oggi
è accaduto un fatto storico. Il consiglio di Sicurezza Onu ha approvato
all’unanimità la risoluzione che riguarda
lo smantellamento dell’arsenale delle armi chimiche della Siria. La risoluzione Onu non prevede
automaticamente l’uso della forza in caso di inadempienza da parte della Siria.
Ma l’azione militare Onu potrà comunque essere intrapresa dopo una ulteriore
votazione Onu. In quel caso anche la Russia si disporrà in modo contrario alla
Siria. In caso di inadempienza quindi per la Siria si verrebbe a creare una
situazione ben peggiore di quella attuale nella quale la Russia e la Cina la avrebbero
sostenuta in un conflitto. La Siria
sembra ben intenzionata ad adempiere alle direttive della risoluzione, direttive che la Siria stessa condivide, e
che la proiettano in un discorso mondiale di maggiore importanza. La
difficile situazione siriana sembra quindi risolversi nel modo migliore. Tutto
ciò capita in un contesto nel quale anche l’Iran esprime una rinnovata volontà propositiva di dialogo. Il presidente
iraniano Hassan Rohani tende la mano verso un discorso internazionale più
costruttivo. Nel proprio intervento presso l’Onu egli fa presente che l’Iran
non vuole essere una minaccia per il mondo, e prospetta la possibilità di un
dialogo sul nucleare iraniano. In più il Rohani e Barak Obama hanno avuto una
telefonata che testimonia un inizio di disgelo, a 34 anni di distanza dal
precedente contatto diplomatico tra le due nazioni.
Da una situazione che sembrava
disperata con un attacco imminente da parte degli USA nei confronti della
Siria, con un successivo probabile conflitto mondiale, ci troviamo oggi in una
situazione che testimonia un percorso di pace, un progresso di dialogo e di
democrazia all’interno di un percorso nel quale si muovono i primi passi per
raggiungere un maggiore equilibrio nella zona mediorientale e tra essa ed il
resto del mondo. Ora rimane solo la prosecuzione di questo percorso che, anche
se avviato, è non privo di ostacoli. E tali ostacoli potrebbero venire da più
parti. Vi sono sempre persone contrarie alla pace. Possono essere ambienti
nascosti americani, o quella parte di Iran contraria alla moderazione, o Al
Qaeda, o una parte dei ribelli, o altri ambienti ancora. Speriamo quindi che
gli interessi di pace siano maggiori di quelli della guerra, e che continui a
prevalere il buon senso da parte di tutti i Paesi interessati.
Angela Pensword 29/09/2013
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