venerdì 4 ottobre 2013

SBARCHI: 300 VITE SPEZZATE A LAMPEDUSA

Il 03 ottobre 2013 accade una tragedia nel mare di Lampedusa. Una barca di migranti va a fuoco e si capovolge. Le vittime sono molte. Finora sono stati recuperati quasi 200 corpi, ma altre decine potrebbero essere bloccate sotto l’imbarcazione. I superstiti sono circa 150. Alcuni di loro denunciano il fatto di avere visto tre pescherecci nel momento dell’avaria ma che essi non hanno prestato soccorso. La replica è che l’imbarcazione non è stata  vista. L’incendio è derivato da una coperta incendiata per richiamare l’attenzione. Vite spezzate mentre solcavano la speranza di una vita migliore in Europa. Il numero dei morti ci colpisce molto in questa vicende, ma se pensiamo che nel corso degli anni le vittime in questo tragitto sono state 6700 la visuale è sconvolgente. E Lampedusa continua ad essere sola nell’affrontare l’emergenza degli sbarchi, come è sola l’Italia in tale fenomeno di immigrazione. L’Europa difatti si scansa da questa problematica, mentre è una questione europea. Lo è non solo perché l’Italia fa parte dell’Europa e non può essere lasciata sola nell’affrontare un problema, ma anche perché la maggior parte di questi migranti sono in Italia solo per passaggio, dato che desiderano sin da prima raggiungere altri Paesi europei, cosa che puntualmente accade. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha nuovamente sollecitato l’Europa per la problematica degli sbarchi sulle nostre coste, che ha un aspetto anche umanitario. Una politica comune europea sull’immigrazione è una normativa che manca, e che andrebbe impostata quanto prima. Qualcuno parla di brutta figura dell’Italia per la vicenda. In realtà la brutta figura la sta facendo l’Europa, e da tempo.

Angela Pensword 03/10/2013 

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