Giovanni Toti, neo consigliere di
Forza Italia, in una recente intervista ipotizza un governo di scopo guidato da
Renzi per fare la legge elettorale e per poi andare subito al voto. Sono
personalmente contraria a questa soluzione. Un governo lo abbiamo già guidato
da Letta il quale sta facendo comunque un buon lavoro, in più sopportando con
equilibrio le pazzie collettive della politica italiana. L’attuale governo ha
lo scopo di fare le riforme necessarie, e non solo quella della riforma
elettorale. Se avvenisse quanto ipotizzato da Toti e se si supportasse la blindatura
di Forza Italia sulla nuova riforma elettorale non sarebbe stato Renzi ad utilizzare
Berlusconi ma Berlusconi ad utilizzare Renzi come leva per arrivare presto a
nuove elezioni con in più una legge elettorale senza preferenze, esattamente le
due cose che vuole Forza Italia. Il PD dovrebbe puntare a modificare l’attuale
proposta elettorale frutto della intesa con Forza Italia, ed in fase di
emendamenti e votazione ripristinare le preferenze. Ma al riguardo pare che non
sarà così, e non so se per convinzione o se solo per accordo. Questa sarà una
settimana importante per la definizione della “legge elettorale”. Le modifiche
e gli emendamenti al riguardo sono in atto in questi giorni.
Che Forza Italia non voglia le
preferenze è una scelta che appartiene a quello specifico partito. Anche se
Forza Italia ha una rappresenta cospicua in Parlamento, che in fase di
votazione ha la sua rilevanza, sullo
specifico punto delle preferenze (come sugli altri punti) conta anche il parere
delle altre forze politiche. Forza Italia punta ai suoi obiettivi facendo un
passo alla volta, come in una partita a scacchi. Questo del resto è il
procedimento attuato da ogni forza politica.
I partiti non vogliono la preferenze per potere decidere dall’alto
quali teste di legno (detti birilli) mandare avanti. Questo per avere una quasi
sicurezza che le direttive a cascata vengano poi eseguite. Questa procedura
deve terminare. Come
dovrebbe terminare il’ubbidienza della popolazione che per propria convenienza
e connivenza dà la propria preferenza ad uno schieramento o ad una persona. Ciò
che dovrebbe regolare un voto sono le idee ed il programma. Ma il problema
delle lobby, e delle connivenze varie nei vari aspetti della società,
continuerà ad essere un problema. Indirizzare l’elettorato continua ad essere
una finalità della politica, e ciò è abbastanza logico (bisogna vedere però il
modo). Qui ci si ricollega al discorse che per la classe politica “è meglio
gestire un branco di pecore che un gruppo di tigri”, ed è per questo che lo
sviluppo intellettuale dell’individuo sociale non viene mai stimolato.
L’idea di Renzi di fare una legge
elettorale condivisa tra tutte le forze è una idea che ho condiviso. In questo
senso ho inteso i vari incontri avvenuti tra il segretario del PD e le altre
forze politiche (che hanno aderito agli incontri). L’idea in teoria è buona e
democratica, ma è stata realizzata male. La concertazione di una nuova legge elettorale dovrebbe
avvenire in Parlamento ed in fase di votazione, tra tutte le forze politiche.
Anche se si è raggiunto un accordo tra il PD ed una delle altre forze
politiche, non si può non dare la possibilità alle altre di intervenire nella
reale stipula di una nuova legge elettorale, e blindare la nuova proposta come
sta facendo FI. Ho l’impressione che Renzi abbia voluto agevolare la procedura
per arrivare presto ad una nuova legge elettorale, necessaria al Paese, che per
anni è stata rinviata e che avrebbe continuato a non vedere la luce, ma che
abbia incasinato le cose. In realtà la situazione è veramente difficile da
gestire, e riguardo a consenso Renzi sta camminando sui vetri rotti. Come è
difficile gestire e moderare una classe politica come quella di cui purtroppo
l’Italia è dotata. L’elettorato di Renzi non è formato solo da simpatizzanti ma
anche da persone del PD, molte delle quali prima non gli perdonavano di avere
trovato una intesa con Berlusconi, ed ora non gli perdonano di supportare la
blindatura di Forza Italia. Se Reni prosegue con questa linea farà
Karakiri (terza mossa di scacchi da
parte di Forza Italia). Vedremo nei prossimi giorni come Renzi riuscirà a
gestire tale situazione e come andranno le votazioni, e che razza di nuova
legge elettorale dopo avremo.
La situazione è delicata in questo momento
per la formulazione di una nuova legge elettorale, e bisogna fare le mosse
buone per giocare bene la partita di scacchi. Questo vale per il PD e per
l’Italia. Perché non suddividere la nuova legge elettorale in punti e
procedere a votazione punto per punto, invece che a pacchetto completo?
Potrebbe venire fuori una nuova legge elettorale veramente condivisa. E sarebbe
il modo per fare scacco a quelle parti le quali non vogliono le preferenze (FI)
o altre modifiche migliorative magari già anche espresse nella nuova proposta. Mi
spiego meglio: Forza Itali non vuole le preferenza ma approva tutto il resto
della proposta e non vedo allora perché non dovrebbe votare positivamente su
tutto il resto ma negativamente sulla possibilità di dare le preferenze. Possibilità
che se viene votata positivamente dalla maggioranza delle altre forze politiche
automaticamente dovrebbe passare.
Cosa penso della proposta di riforma
elettorale? Per
alcuni versi la trovo valida, esattamente per quei punti che comportano una riduzione
dei costi della politica ed uno snellimento del sistema. Per altri aspetti rimango
perplessa. Una cosa che assolutamente non mi piace della legge elettorale
così proposta è che continua ad essere negata alla popolazione la possibilità
di eleggere direttamente i propri rappresentanti. La non possibilità di
eleggere direttamente i parlamentari è stata inoltre una della valutazioni di
incostituzionalità per la precedente legge elettorale porcellum. Che senso ha
allora riproporre, anche se in parte modificato con i collegi o con qualche altra pozione alchemica, tale
deficit elettorale? Probabilmente le “primarie di territorio” o di collegio
potrebbero in parte sopperire a tale mancanza. Le preferenze non sono immuni
da difetti e da bruchi. Anche quando esse erano in vigore non sono mancati
esempi di personaggi eletti i quali si sono poi rivelati bruchi nella mela.
Bisogna al riguardo fare una riflessione: quando il bruco ha molte preferenze non
si può escludere la connivenza al riguardo di una grande parte del suo
elettorato. Qui ci si ricollega al problema delle lobby ed al problema delle
connivenze. Ciò sta a significare che oltre ad una maggiore maturità nella
classe politica ci dovrebbe essere una maggiore maturità anche nell’elettorato.
Anche se rimango convinta che il sistema più democratico e rappresentativo
sia il proporzionale puro, bisogna prendere atto che l’essere umano non è
ancora capace di gestire la democrazia nel rispetto delle argomentazioni
altrui, e quindi dovere avere un sistema che garantisca stabilità dove vi sia
un vincitore chiaro che possa governare è inevitabile. Quindi nella nuova
legge elettorale è positivo ed inevitabile il ballottaggio previsto per
definire lo schieramento vincitore. Ciò non vuole dire però che chi vince deve
poi governare con una mentalità assolutista. La prepotenza della maggioranza e
l’ostruzionismo della opposizione, la mancanza di dialogo, unitamente alle
lotte di potere interne ed esterne ai partiti, sono le caratteristiche che
hanno fatto fallire il bipolarismo (perché è giusto ricordare che il
bipolarismo che abbiamo avuto finora è ed ha fallito!). Quindi,
indipendentemente da chi vincerà e governerà dopo le prossime elezioni, una
ineludibile caratteristica della prossima classe politica e nella prossima
legislatura dovrebbe essere il dialogo ed il rispetto tra la forze politiche
(ma i politici pensano solo al proprio potere personale, e si accordano solo
per i propri interessi personali o di parte, e le condizioni nella quali siamo
oggi in Italia ne sono una conseguenza!). Che ci vuole un ricambio
generazionale nella classe politica è fuori discussione, ed è altrettanto vero
che ci vuole una generale rivoluzione di mentalità, più costruttiva e dinamica,
e corretta. Ma la classe politica è poi maturata? Purtroppo penso che anche in
questo caso varrà il principio in base al quale pur “cambiando l’ordine dei
fattori il risultato non cambia”. La valutazione di altri tecnicismi della
nuova ed ipotetica legge elettorale la lascio agli esperti. Bisogna fare anche
una ulteriore considerazione: in una legge elettorale condivisa ognuno deve
rinunciare a qualche cosa, ed ognuno deve portare qualche cosa. Di una legge
elettorale seria l’Italia ha bisogno, e non possiamo certo tornare alle
elezioni con l’attuale porcellum (pochi nomi sono stati più appropriati!). Vale
la pena di conseguenza portare avanti quanto c’è di buono nella nuova proposta
elettorale e migliorare ciò che è migliorabile in essa, In caso contrario
potremmo correre il rischio di passare da una legge “porcellum” ad una legge “aprum”.
Angela Pensword 28/01/2014
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