martedì 28 gennaio 2014

LA NUOVA LEGGE ELETTORALE. TRA FIBRILLAZIONI PREPOTENZE ED ALCHIMIE

Giovanni Toti, neo consigliere di Forza Italia, in una recente intervista ipotizza un governo di scopo guidato da Renzi per fare la legge elettorale e per poi andare subito al voto. Sono personalmente contraria a questa soluzione. Un governo lo abbiamo già guidato da Letta il quale sta facendo comunque un buon lavoro, in più sopportando con equilibrio le pazzie collettive della politica italiana. L’attuale governo ha lo scopo di fare le riforme necessarie, e non solo quella della riforma elettorale. Se avvenisse quanto ipotizzato da Toti e se si supportasse la blindatura di Forza Italia sulla nuova riforma elettorale  non sarebbe stato Renzi ad utilizzare Berlusconi ma Berlusconi ad utilizzare Renzi come leva per arrivare presto a nuove elezioni con in più una legge elettorale senza preferenze, esattamente le due cose che vuole Forza Italia. Il PD dovrebbe puntare a modificare l’attuale proposta elettorale frutto della intesa con Forza Italia, ed in fase di emendamenti e votazione ripristinare le preferenze. Ma al riguardo pare che non sarà così, e non so se per convinzione o se solo per accordo. Questa sarà una settimana importante per la definizione della “legge elettorale”. Le modifiche e gli emendamenti al riguardo sono in atto in questi giorni.
Che Forza Italia non voglia le preferenze è una scelta che appartiene a quello specifico partito. Anche se Forza Italia ha una rappresenta cospicua in Parlamento, che in fase di votazione ha la sua rilevanza,  sullo specifico punto delle preferenze (come sugli altri punti) conta anche il parere delle altre forze politiche. Forza Italia punta ai suoi obiettivi facendo un passo alla volta, come in una partita a scacchi. Questo del resto è il procedimento attuato da ogni forza politica.
I partiti non vogliono la preferenze per potere decidere dall’alto quali teste di legno (detti birilli) mandare avanti. Questo per avere una quasi sicurezza che le direttive a cascata vengano poi eseguite. Questa procedura deve terminare. Come dovrebbe terminare il’ubbidienza della popolazione che per propria convenienza e connivenza dà la propria preferenza ad uno schieramento o ad una persona. Ciò che dovrebbe regolare un voto sono le idee ed il programma. Ma il problema delle lobby, e delle connivenze varie nei vari aspetti della società, continuerà ad essere un problema. Indirizzare l’elettorato continua ad essere una finalità della politica, e ciò è abbastanza logico (bisogna vedere però il modo). Qui ci si ricollega al discorse che per la classe politica “è meglio gestire un branco di pecore che un gruppo di tigri”, ed è per questo che lo sviluppo intellettuale dell’individuo sociale non viene mai stimolato.
L’idea di Renzi di fare una legge elettorale condivisa tra tutte le forze è una idea che ho condiviso. In questo senso ho inteso i vari incontri avvenuti tra il segretario del PD e le altre forze politiche (che hanno aderito agli incontri). L’idea in teoria è buona e democratica, ma è stata realizzata male. La concertazione di una nuova legge elettorale dovrebbe avvenire in Parlamento ed in fase di votazione, tra tutte le forze politiche. Anche se si è raggiunto un accordo tra il PD ed una delle altre forze politiche, non si può non dare la possibilità alle altre di intervenire nella reale stipula di una nuova legge elettorale, e blindare la nuova proposta come sta facendo FI. Ho l’impressione che Renzi abbia voluto agevolare la procedura per arrivare presto ad una nuova legge elettorale, necessaria al Paese, che per anni è stata rinviata e che avrebbe continuato a non vedere la luce, ma che abbia incasinato le cose. In realtà la situazione è veramente difficile da gestire, e riguardo a consenso Renzi sta camminando sui vetri rotti. Come è difficile gestire e moderare una classe politica come quella di cui purtroppo l’Italia è dotata. L’elettorato di Renzi non è formato solo da simpatizzanti ma anche da persone del PD, molte delle quali prima non gli perdonavano di avere trovato una intesa con Berlusconi, ed ora non gli perdonano di supportare la blindatura di Forza Italia. Se Reni prosegue con questa linea farà Karakiri  (terza mossa di scacchi da parte di Forza Italia). Vedremo nei prossimi giorni come Renzi riuscirà a gestire tale situazione e come andranno le votazioni, e che razza di nuova legge elettorale dopo avremo.  
La situazione è delicata in questo momento per la formulazione di una nuova legge elettorale, e bisogna fare le mosse buone per giocare bene la partita di scacchi. Questo vale per il PD e per l’Italia. Perché non suddividere la nuova legge elettorale in punti e procedere a votazione punto per punto, invece che a pacchetto completo? Potrebbe venire fuori una nuova legge elettorale veramente condivisa. E sarebbe il modo per fare scacco a quelle parti le quali non vogliono le preferenze (FI) o altre modifiche migliorative magari già anche espresse nella nuova proposta. Mi spiego meglio: Forza Itali non vuole le preferenza ma approva tutto il resto della proposta e non vedo allora perché non dovrebbe votare positivamente su tutto il resto ma negativamente sulla possibilità di dare le preferenze. Possibilità che se viene votata positivamente dalla maggioranza delle altre forze politiche automaticamente dovrebbe passare.

Cosa penso della proposta di riforma elettorale? Per alcuni versi la trovo valida, esattamente per quei punti che comportano una riduzione dei costi della politica ed uno snellimento del sistema. Per altri aspetti rimango perplessa. Una cosa che assolutamente non mi piace della legge elettorale così proposta è che continua ad essere negata alla popolazione la possibilità di eleggere direttamente i propri rappresentanti. La non possibilità di eleggere direttamente i parlamentari è stata inoltre una della valutazioni di incostituzionalità per la precedente legge elettorale porcellum. Che senso ha allora riproporre, anche se in parte modificato con i collegi  o con qualche altra pozione alchemica, tale deficit elettorale? Probabilmente le “primarie di territorio” o di collegio potrebbero in parte sopperire a tale mancanza. Le preferenze non sono immuni da difetti e da bruchi. Anche quando esse erano in vigore non sono mancati esempi di personaggi eletti i quali si sono poi rivelati bruchi nella mela. Bisogna al riguardo fare una riflessione: quando il bruco ha molte preferenze non si può escludere la connivenza al riguardo di una grande parte del suo elettorato. Qui ci si ricollega al problema delle lobby ed al problema delle connivenze. Ciò sta a significare che oltre ad una maggiore maturità nella classe politica ci dovrebbe essere una maggiore maturità anche nell’elettorato. Anche se rimango convinta che il sistema più democratico e rappresentativo sia il proporzionale puro, bisogna prendere atto che l’essere umano non è ancora capace di gestire la democrazia nel rispetto delle argomentazioni altrui, e quindi dovere avere un sistema che garantisca stabilità dove vi sia un vincitore chiaro che possa governare è inevitabile. Quindi nella nuova legge elettorale è positivo ed inevitabile il ballottaggio previsto per definire lo schieramento vincitore. Ciò non vuole dire però che chi vince deve poi governare con una mentalità assolutista. La prepotenza della maggioranza e l’ostruzionismo della opposizione, la mancanza di dialogo, unitamente alle lotte di potere interne ed esterne ai partiti, sono le caratteristiche che hanno fatto fallire il bipolarismo (perché è giusto ricordare che il bipolarismo che abbiamo avuto finora è ed ha fallito!). Quindi, indipendentemente da chi vincerà e governerà dopo le prossime elezioni, una ineludibile caratteristica della prossima classe politica e nella prossima legislatura dovrebbe essere il dialogo ed il rispetto tra la forze politiche (ma i politici pensano solo al proprio potere personale, e si accordano solo per i propri interessi personali o di parte, e le condizioni nella quali siamo oggi in Italia ne sono una conseguenza!). Che ci vuole un ricambio generazionale nella classe politica è fuori discussione, ed è altrettanto vero che ci vuole una generale rivoluzione di mentalità, più costruttiva e dinamica, e corretta. Ma la classe politica è poi maturata? Purtroppo penso che anche in questo caso varrà il principio in base al quale pur “cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia”. La valutazione di altri tecnicismi della nuova ed ipotetica legge elettorale la lascio agli esperti. Bisogna fare anche una ulteriore considerazione: in una legge elettorale condivisa ognuno deve rinunciare a qualche cosa, ed ognuno deve portare qualche cosa. Di una legge elettorale seria l’Italia ha bisogno, e non possiamo certo tornare alle elezioni con l’attuale porcellum (pochi nomi sono stati più appropriati!). Vale la pena di conseguenza portare avanti quanto c’è di buono nella nuova proposta elettorale e migliorare ciò che è migliorabile in essa, In caso contrario potremmo correre il rischio di passare da una legge “porcellum” ad una legge “aprum”. 

Angela Pensword 28/01/2014 

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