lunedì 2 gennaio 2012

Riflessioni personali post discorso di fine anno di Napolitano

Il discorso di Napolitano è molto bello, e mi auguro che si possa realizzare. Ma i problemi ci sono e sono molti. L’anno prossimo sarà un anno molto duro ed importante, caratterizzato nella prima metà da diverse problematiche da risolvere. La seconda metà, in base a come andranno le questioni nazionali, europee ed internazionali, potrà essere più o meno faticoso. Ma Napolitano ha ragione, ce la possiamo fare, noi e l’Europa, ognuno nella risoluzione dei singoli problemi nazionali, ed insieme per la soluzione di quelli europei. Bisogna vedere però se ce la faremo. Già, perché non è detto che potendo fare una cosa poi si riesca a farla. Quali sono le ricette giuste per la crescita? Ed individuate riusciremo a farle? Ci sarà coesione costruttiva ancora tra i partiti? E tra i Paesi dell’Europa? Noi popolazione riusciamo a stare a galla giusto perché abbiamo alle spalle un benessere retrodatato, che si sta man mano consumando. Non possiamo sostenere a lungo questa situazione. 

L’economia si deve riprendere, e prima ancora i costi per le famiglie si devono ridurre. Ma invece sono aumentati. Si ha la necessità di recuperare denaro per lo Stato, che ha un debito pubblico enorme causato da una mala gestione, anche solo talvolta, politica, sociale, ed economica, degli ultimi quaranta anni. Non si è pensato ad un discorso collettivo sociale a lunga scadenza. Non si è pensato a diventare indipendenti energeticamente sviluppando sul serio le energie alternative che non siano il nucleare. E non abbiamo valorizzato le risorse tipiche italiane. Anche l’agricoltura versa in condizioni di agonia ora, senza un progetto a priori che abbia saputo difendere e stimolare la sua produttività. Non vi è più molta cultura dello Stato e della correttezza e la società crea individui singoli che non si rendono talvolta conto di fare parte di una collettività e di un sistema, anche ecologico. E per farne parte basterebbe semplicemente comportarsi correttamente e senza strafare. L’economia vorace contemporanea ha fatto i suoi danni. Lo stesso Napolitano parla di aspetti di corruzione, parassitismo e inquinamento criminale. Ma potrà mai esistere un popolo di virtuosi? Forse basterebbe aumentarne la statistica. Il progresso spirituale e la coscienza collettiva non sono andati di pari passo con l’avanzamento tecnologico. Ora ci vuole un cambio di mentalità, in ogni settore, politico economico e sociale, ed è la stessa cosa che dice Napolitano. Forse questa crisi serve proprio a questo, a mettere una correzione in atteggiamenti che avevamo, a cambiare modo di intendere la società e si spera in meglio e non in peggio. Anche il resto del mondo è a modo suo in fibrillazione. Ci sono conflitti disumani in parti lontane del mondo, ci sono tensioni nel Medio Oriente, e risvegli di primavera. Mi auguro che il mondo impari a comunicare di più ed a rispettarsi di più. Ma deve imparare nella sua collettività, e forse nella sua collettività globale, mentre ora siamo solo alla fase di piaceri e dispiaceri della globalizzazione, che segue il principio dei vasi comunicanti. Ora basterebbe riuscire a risolvere la problematica della crisi per noi europei. In questo momento, oltre ad individuare le cause di nostri comportamenti distruttivi passati nei diversi ambiti per modificarle, dobbiamo anche modificare delle regole a livello europeo in comune accordo, regole finanziarie, bancarie, ed anche di quote di scambi. Del resto qualunque cosa è migliorabile dopo la sua prima versione. La sopravvivenza dell’Europa è importante in uno scenario mondiale di continenti e potenze. E non si può né si deve tornare indietro. Dobbiamo stare al tempo con il mondo che cambia, e migliorare. Proprio questo è il messaggio e l’augurio di Napolitano. Attraverso il passaggio all’interno della crisi uscirne migliorati. È un concetto che condivido in pieno e che penso da tempo, e che ritengo sia l’unico lato positivo della situazione. Solo in questo modo possiamo girarla a nostro favore. Non possiamo limitarci a galleggiare, dobbiamo imparare a nuotare. Quindi ancora auguri a tutti noi.
A A Pensword 02/01/2012

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