mercoledì 3 luglio 2013

L’importanza della scuola nella società

La scuola ha un ruolo importantissimo nella formazione dell’individuo. In una impostazione della società che punti a migliorare l’individuo non si può esulare dal dare all’impostazione della scuola una visuale più ampia. La formazione di un individuo avviene prima di tutto in famiglia. Gli altri due fattori di educazione sono la scuola e la società stessa. Sono questi due fattori che potrebbero (e dovrebbero) sopperire alle carenze familiari a livello di formazione sociale e comportamentale. È istruzione anche il comportamento sociale. È chi sta nei posti di potere istituzionali che può (e deve) pensare a modificare alcune impostazioni di insegnamento dei valori all’individuo. Una nuova riforma scolastica che migliori il sistema dalla università agli asili potrebbe essere propedeutica. Per certi versi bisognerebbe ripristinare in modo aggiornato ed ampliato la vecchia educazione civica, ma detto così è troppo riduttivo. Andrebbero inserite, nelle scuole di ogni indirizzo di specializzazione, delle materie contemporanee e filosofiche che migliorino l’individuo nel proprio comportamento, sviluppando la sua sensibilità e la sua capacità di analisi e di critica. Materie, ad esempio, come “educazione sentimentale” (propedeutica contro i femminicidi e lo stalking), “rispetto verso gli animali”, “rispetto verso l’ambiente”, “filosofia”, “analisi Storica” (non limitarsi alle date ma imparare ad usare la testa), “conoscenza delle altre culture”(il mondo è globalizzato e conoscere gli usi, i costumi e le tradizioni degli altri popoli è un fatto necessario e porta ad averne più rispetto). Inoltre, bisognerebbe rivalutare la figura dell’insegnante il quale, oggi come oggi, non può rimproverare un ragazzo senza trovarsi poi i genitori sotto casa. Sta anche ai genitori avere quindi (quando è giusto) un po’ di autocritica.
In pratica la scuola dovrebbe puntare di più a formare l’individuo non solo da un punto nozionistico professionale, ma anche come individuo sociale. Al riguardo la scuola italiana è rimasta molto indietro. Forse non vi è stata la capacità politica di dare alla scuola una impostazione più ampia all’interno di una visione più lungimirante della società. O forse non vi è stata la volontà politica di attuare una impostazione che migliori l’individuo e che ne sviluppi la capacità di pensare perché è più facile gestire un branco di pecore che un gruppo di tigri dotate di capacità critica. Ma uno Stato ha tra le sue funzioni (dovrebbe avere) anche quella di migliorare l’individuo. Il giovamento sociale che se ne ricava è ovvio. Migliorerebbe il comportamento sociale, vi sarebbe più correttezza, più serietà, più sensibilità nei confronti del prossimo, più educazione, ed anche minore criminalità. Migliorerebbe non solo il tessuto sociale ma anche il tessuto decisionale. I giovani di oggi sono gli adulti di domani, ed esattamente saranno quelle persone che andranno a ricoprire posti decisionali a vario livello con la possibilità di fare più o meno danno in base a come useranno il cervello.  Anche se il miglioramento sociale fosse minimo rispetto alla reale necessità varrebbe sempre la pena “progredire” da un punto di vista di impostazione della società e del sistema scolastico.
P.S.: Una classe politica (nel suo insieme) che continua a non considerare la necessità di dare alla scuola una impostazione più ampia, (e che continua tagliare sulla sanità, sulla istruzione, e sulla sicurezza, posticipando i tagli su se stessa), è una classe politica miope ed incapace di impostare la gestione di un Paese.

Angela Pensword   http://angelapensword.blogspot.com/   
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1 commento:

  1. Mia carissima Angela, ti faccio i complimenti per l'articolo, ma mi permetto anche (e te ne chiedo eventualmente scusa) di evidenziarti un programma per il miglioramento nella didattica. Mi spiego subito meglio. Quel che affermi è giustissimo e sacrosanto, ma io che nella scuola ci sto, seppur marginalmente, con le lezioni private, ho sottomano la prova desolante dell'ignoranza perfino su cose che si dovrebbero conoscere come la propria famiglia. Ragazzi che arrivano all'ultimo anno di liceo compiendo ancora errori grossolani di ortografia, senza contare il non sapere bene modi e tempi dei verbi in italiano, figurarsi nelle lingue straniere. Spingere i giovani alla sensibilità verso aspetti e problemi societari va benissimo, ma tale programma andrebbe affiancato ad un maggior rigore da imporre negli studi delle varie discipline scolastiche. Per il resto, quel che dici è vero, soprattutto quando citi tristemente la mancanza di responsabilità e la visione corta (voluta?) di chi dovrebbe occuparsi proprio di questo settore, fondamentale per il corretto sviluppo delle nuove generazioni. Ci sarebbe tanto da parlare su questa tema, cara Angela, ma per ora ti mando un salutone ed un abbraccio affettuoso. Alla prossima.

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